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Come Dichiarare le Entrate di YouTube e Twitch



Come DICHIARARE ENTRATE Twitch e Youtube (Anche senza Partita IVA)



Vuoi avviare un'attività online oppure già ricevi delle entrate dal web? So benissimo quanto è complicato il fisco Italia proprio per questo oggi cercherò di spiegarti nel metodo più pratico possibile come metterti in regola senza fare errori!


Come sapete oltre a creare contenuti online gestisco anche un'agenzia di influencer marketing e mi trovo spesso a parlare con tanti content creator che non sanno come regolarizzare le proprie entrate con il fisco italiano. Online si trovano tantissime guide per la partita IVA ma sono spesso molto generiche e tecniche e capisco che, in realtà, questo argomento sia troppo complesso per spiegarlo con tecnicismi. Oggi voglio quindi fare un video pratico per percorrere passo dopo passo la strada che fanno solitamente i creatori di contenuti da quando iniziano a ricevere delle entrate a quando devono strutturare la loro partita IVA. Raccontandovi le mie esperienze cercherò quindi di spiegarvi il tutto nel modo più semplice possibile e, soprattutto, cercherò di evitarvi gli errori più comuni che si fanno in campo fiscale.


Oltre alle informazioni che vi fornirò in questo video sappiate che, in fondo all'articolo, troverete un link di approfondimento per ogni argomento che tratteremo.


Come è successo a me e anche a molti dei ragazzi che ho gestito nel tempo, spesso si inizia a creare dei contenuti online un po' per scherzo fino a quando, le piattaforme su cui si creano contenuti iniziano effettivamente a pagarci dei soldi. Ed è proprio quando iniziano ad arrivare i primi soldi ci si trova in crisi perché, effettivamente, si inizia a pensare: "ma questi soldi li devo dichiarare? E se li devo dichiarare: come posso fare effettivamente? Non posso già permettermi grandi spese per aprire una partita IVA quando in realtà ancora sto guadagnando poche centinaia di Euro!". Dunque senza andare nel panico come è successo a me e a tanti altri iniziamo passo dopo passo e capiamo come comportarsi.


Lo Stato Italiano riconosce l'esistenza del lavoro autonomo occasionale che da la possibilità di svolgere dei lavori occasionali e saltuari che abbiano degli introiti massimi annuali entro e non oltre i 5.000 euro. Se quindi le vostre entrate sono saltuarie e di piccole entità la soluzione migliore è inizialmente quella di emettere una ricevuta per prestazioni occasionale e dichiarare queste entrate nella dichiarazione dei redditi dell'anno successivo. In questo modo per le prime piccole entrate si ha la possibilità di evitare l'apertura della partita IVA. Ci tengo anche precisare, dato che molti di voi me l'hanno chiesto, che se si è minorenni si ha comunque la possibilità di accedere alla prestazione occasionale ma, i redditi che percepiremo, andranno dichiarati sul 730 del proprio genitore. La ricevuta da emettere per i pagamenti che si ricevono come prestazioni occasionali non ha una forma specifica, l'importante è che contenga tutti i seguenti elementi:

  • dati di chi ha effettuato e di chi ha ricevuto la prestazione

  • descrizione della prestazione

  • importo del compenso

  • ritenuta d'acconto del 20% da sottrarre al compenso (non si applica se il cliente è estero come YouTube e Twitch)

  • totale che deve essere pagato dal cliente


Inoltre sulla ricevuta di prestazione occasionale superiore a 77,47€ deve essere applicata una Marca da Bollo di 2€



Andando avanti con il tempo queste entrate, inizialmente occasionali, diventeranno sempre più frequenti e aumenteranno di entità. Sarà quindi importante, se volete continuare questa attività, aprire una partita IVA. Un'altra domanda che mi viene fatta spesso è quella relativa al lavoro dipendente. Tranquilli, anche se siete lavoratori dipendenti, avete comunque la possibilità di sfruttare le prestazioni occasionali o di aprire una partita IVA. Ovviamente, anche in questo caso, troverete in fondo all'articolo, un link ad una guida che vi spiegherà come sfruttare questi strumenti anche se avete già un contratto da lavoro dipendente.


Una volta arrivati al momento dell'apertura della partita IVA avrete varie possibilità:

  • aprire una partita IVA con regime forfettario

  • una partita aiuta ordinaria

  • altre forme fiscali


Allora cosa devo fare?

La prima cosa da fare è scegliere il codice Ateco corrispondente al nostro settore. Il codice Ateco identifica la tipologia di attività che svolgeremo. Purtroppo al momento, la legge italiana, non prevede dei codici Ateco specifici per le attività del web e per i creatori di contenuti; per fortuna però, in seguito a un decreto legislativo del 2022, dovremmo presto avere dei codici specifici anche per queste categorie. Attualmente, il codice Ateco che Fiscozen consiglia per un creatore di contenuti è il 73.11.02 e che vi identifica come liberi professionisti. Questo vi permetterà di avere pochissimi adempimenti per l'apertura della partita IVA che, in questo specifico caso, potrà essere aperta semplicemente compilando il modulo di dichiarazione di inizio attività dell'Agenzia delle Entrate.


Quanto costa aprire una partita IVA?

Beh, preparatevi a rimanere stupiti: aprire partita IVA come libero professionista non costa assolutamente niente!


Solitamentele uniche spese di cui si parla in fase di apertura della partita IVA da Libero Professionista sono i salari che vengono dati a chi si occupa delle pratiche come ad esempio il vostro commercialista.

Ora che abbiamo definito la modalità e il costo di apertura della partita IVA capiamo anche quanto ci costerà in fatto di tasse e contributi. Questo ovviamente dipende dalla forma fiscale che si sarà scelta (regime forfettario o regime ordinario).


Regime Forfettario

Per i creatori di contenuti è sicuramente la forma fiscale più conveniente. Il regime forfettario ha moltissime agevolazioni e moltissime semplificazioni burocratiche. Quando si è all'interno di un regime forfettario si spendono, in tasse e contributi, tra il 25% e il 30% (circa) di quello che si è guadagnato durante l'anno. Vi ricordo anche che il primo anno in realtà non si andrà a pagare nulla perché ovviamente ancora non abbiamo delle entrate. Dunque i primi pagamenti arriveranno nell'anno successivo all'apertura della partita IVA. Proprio per questo vi invito a fare attenzione perché, se non si prevederà in anticipo quanto dovremmo pagare di tasse, potremmo trovarci l'anno successivo a non avere i soldi che ci servono per versarle allo Stato Italiano.


Dunque spero che a questo punto si sia capito come iniziare a dichiarare le prime entrate e successivamente quali sono le possibilità per aprire una vera e propria partita IVA. Ma quando ci si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro come liberi professionisti, bisogna anche capire come gestire la parte amministrativa e quella burocratica come ad esempio la fatturazione. Questo, nonostante io abbia studiato Economia e Commercio, è stato inizialmente un problema anche per me e lo è ancora di più per tanti Content Creator che non hanno mai visto una fattura in vita loro e non sanno minimamente come compilarla e come gestirla.


Quando si deve emettere una fattura?

Per incassare qualsiasi cifra di denaro legata alla nostra attività è necessario emettere una fattura perché, questo documento, attesterà fiscalmente che i soldi ricevuti sul conto corrente sono regolari e derivanti dalla vostra attività. Le fatture sono differenti sulla base della tipologia di partita IVA che si ha e, soprattutto, dell'azienda a cui si fattura. Una fattura ad un'azienda residente in Italia sarà diversa da quella emessa per un'azienda che si trova all'estero. Data la complessità della fatturazione, in fondo all'articolo, troverete una Guida Approfondita.


Cosa succede se supero il limite del forfettario di 85.000€ annui?

Innanzitutto, una volta raggiunto questo limite, non uscirete immediatamente dal regime forfettario che rimarrà attivo per tutto l'anno fiscale. Nell'anno successivo avrete però l'obbligo di configurarvi in un altro formato fiscale. Dato che fuori dal forfettario ci sono tantissime possibilità e queste si vanno a consigliare sulla base delle esigenze di ogni singola persona, vi inviterei a contattare un professionaista, dato che superate determinate soglie è consigliabile inverstirne una parte per farsi affiancare da una figura preparata.


Nella mia esperienza online, sia quando creavo contenuti per conto mio che quando ho aperto la mia agenzia mi sono sempre trovato in difficoltà. Era difficile trovare un commercialista che conoscesse realmente la situazione sul web e questa tipologia di attività lavorativa e, di conseguenza, ritengo che oggi un servizio come Fiscozen possa veramente essere un asset importante.


Per qualsiasi altra necessità puoi trovarmi su Instagram e YouTube e se dovessi avere bisogno di una consulenza mirata o di assistenza specifica puoi avvalerti dei servizi che puoi trovare qui sul mio sito.


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